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Violenza assistita: una ferita invisibile che lacera l’anima dei bambini


Il Coordinamento Italiano dei Servizi contro il Maltrattamento e l’Abuso all’Infanzia (CISMAI) definisce la violenza assistita come 

“Qualsiasi atto di violenza fisica, verbale, psicologica, sessuale ed economica compiuta su figure di riferimento o su altre figure significative adulte o minori; di tale violenza il bambino può fare esperienza direttamente (quando avviene nel suo campo percettivo), indirettamente o può percepirne gli effetti”. 

Il bambino può subire questa violenza direttamente, assistendovi in prima persona, o indirettamente, percependone gli effetti.

Non solo testimoni, ma vittime

Anche se non assistono direttamente agli atti di violenza, i bambini che ne percepiscono gli effetti ne subiscono comunque le pesanti conseguenze. Le urla, le percosse, le minacce, gli insulti e la tensione che permea l’ambiente domestico li rendono vittime a tutti gli effetti, traumatizzandoli psicologicamente e minando il loro sviluppo.

Le conseguenze a breve e lungo termine

Le ferite inferte dalla violenza assistita possono manifestarsi in diversi modi, sia a breve che a lungo termine. I bambini vittime di violenza assistita possono manifestare diversi tratti riconoscibili sui quali, con il supporto di professionisti, è possibile intervenire, come ad esempio:

Comportamenti aggressivi, impulsività, irrequietezza, immaturità, scarso impegno, disinteresse.

Difficoltà sociali come scarsa capacità di socializzare, difficoltà a empatizzare, rifiuto del gruppo dei pari, isolamento, abuso di droghe e alcool, atti delinquenziali.

Problemi fisici come ritardi nello sviluppo, impacci motori, comportamenti regressivi, disturbi psicosomatici, disturbi dell’alimentazione, disturbi del sonno.

Ritardi cognitivi e di apprendimento, nello sviluppo cognitivo e del linguaggio, deficit dell’attenzione, calo del rendimento scolastico.

Problemi emotivi che sfociano in rabbia, depressione, ansia, bassa autostima, ubbidienza, attaccamento / isolamento, fuga nella fantasia, idee suicide, senso di impotenza.

Un ambiente familiare distorto

L’esposizione a continue violenze mina la capacità del bambino di comprendere l’amore, l’intimità e le relazioni sane. La figura genitoriale, che dovrebbe rappresentare sicurezza e protezione, diventa fonte di confusione e timore.

Un arresto evolutivo

Il malessere e la paura vissuti quotidianamente possono causare un vero e proprio arresto evolutivo, con gravi conseguenze psicologiche e, in alcuni casi, ritardi mentali.

Un bambino sempre in allerta

Anche al di fuori delle mura domestiche, il bambino che ha subito violenza assistita vive in una perenne allerta. Si sente vulnerabile, insicuro e incapace di fidarsi degli adulti.

Ascoltare, sostenere e proteggere

Accogliere e supportare questi bambini significa condividere la loro sofferenza, aiutandoli a sentirsi ascoltati, capiti e, soprattutto, al sicuro. Solo in un ambiente protetto e di supporto può iniziare un percorso di guarigione e di cambiamento.

L’importanza di intervenire

La violenza assistita è una realtà drammatica che richiede un intervento tempestivo e adeguato. E’ fondamentale sensibilizzare la società su questo tema e formare adeguatamente gli operatori sanitari e scolastici per intercettare i segnali di sofferenza dei bambini e attivare le misure di protezione necessarie.

Non possiamo più voltarci dall’altra parte. La violenza assistita è una ferita che lacera l’anima dei bambini. E’ nostro dovere ascoltarli, proteggerli e aiutarli a ricostruire la loro infanzia.

In caso di sospetto di violenza assistita, è fondamentale segnalarlo tempestivamente alle autorità competenti.

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